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Immagine del redattoreJ.C. CASALINI

PRO-VAX, GREEN PASS E NO-VAX

Aggiornamento: 4 set 2021

Con la notizia della pandemia in Cina nel dicembre 2019 confermata ai primi di gennaio 2020, in pochi compresero sin da subito la gravità. Fu un medico cinese, Li Wenliang (1), a denunciare via web la presenza di un virus sconosciuto in alcuni pazienti, colpiti da una fulminea polmonite e ricoverati nei vari nosocomi di Wuhan. Egli volle superare l'inettitudine della Commissione Sanitaria Municipale e avvisare l'intera collettività del rischio. Conosciamo il sacrificio di questo eroe che fu arrestato dalla Polizia per la sua dichiarazione considerata allarmistica, morto contagiato alcuni giorni dopo in terapia intensiva con ventilazione extracorporea. A fine gennaio, di fronte all'incontenibile pandemia, venne costruito un ospedale a Wuhan in tempi record. Eppure il 2 febbraio, Burioni, virologo e immunologo, dichiarò in tv che "in Italia il rischio è zero" (2). Non dobbiamo stupircene. Le notizie sui disastri ambientali giungono alla popolazione in differita di qualche ora, giorni se non addirittura anni. Basti citare Bhopal in India (3), Chernobyl in Russia (4), Seveso in Italia (5), o l'impianto siderurgico Ilva (6), l'utilizzo di munizioni con uranio impoverito nell'ex Jugoslavia e in Irak (7), le isole di plastica negli oceani (8) - l'elenco è lungo - per

comprendere come non esista un rispetto della verità, se non addirittura della vita, men che meno quella umana in alcuni casi.

È innegabile che sia l'Economia a dettare i ritmi e le regole della comunicazione, lasciata in gestione a una servile politica nei riguardi dei grandi gruppi finanziari transnazionali che detengono i titoli di stato di ogni nazione. Nel liberismo economico, abbiamo sostenuto l'avidità del "fotti il prossimo, fin dove si riesce". Nessuno escluso, tutti siamo complici: dalle singole individualità fino ai livelli strutturati di aziende, multinazionali, fondi di investimento e holding finanziarie. Non è difficile comprendere il meccanismo del debito in scadenza, alias credito in mano agli investitori, utilizzato come ricatto per obbligare un governo a un processo giuridico di privatizzazione sostanziale di enti e aziende pubbliche da quotare in borsa, a una limitazione delle sue funzioni di controllo, alla revisione dei costi del welfare, della cultura, della ricerca, della scuola e della sanità. Nella minaccia del "Non ti compro i titoli se non obbedisci!", ogni bene pubblico diventa mercato, compresa la salute, il nostro genoma e quindi la vita racchiusa nei nostri corpi biologici. Nell'eccesso di una economia permissiva, contraria quindi alla nazionalizzazione, l'avidità ha conquistato ogni spazio, ogni risorsa, ogni bene e ogni servizio nel bisogno di generare continuamente un margine e un trend positivo inebriante negli scambi di titoli.

Il problema è quindi ben più profondo. In una società diventata insana, avida, arrogante e competitiva, la nostra mente si pone in guardia senza comprenderne il reale motivo. Essa sospetta ogni responsabilità esternamente al 'sé' perché è più facile vedere il difetto nell'altro. È in questo contesto di ignoranza – intendo nella sua accezione non negativa, ossia dell'ignorare il 'come', il 'cosa' e il 'perché' della complessità di un sistema che alimenta la malvagità - che attecchiscono le più fantasiose teorie di complotto, dal 5G attivabile con un siero iniettato, alla micro tecnologia inoculata, ai metalli presenti nei vaccini, alle morti sospette, e così via. Accusiamo il prossimo, critichiamo ogni scelta e consideriamo manipolatorio un decreto semplicemente perché non ci fidiamo più di nessuno, figurarsi di chi ha le mani legate al Governo piegato al diktat economico. Non ci poniamo il dubbio su di noi perché non essendo capaci di comprendere la natura umana, non riusciamo a identificare il vero colpevole di tutti i nostri mali: L'Ego con tutte le sue declinazioni egoiche ed egoistiche. Tutti siamo prigionieri del nostro bisogno di trarre piacere e vantaggio da ogni situazione. Anche senza esserne consapevoli, sentiamo attraverso l'altro il vibrare di quella parte oscura presente in ognuno di noi la quale, per risonanza, indurisce reciprocamente i nostri cuori, ci separa l'uno dall'altro e ci arrocca nelle nostre paure. La diffidenza non nasce, quindi, da una memoria 'storica' andata persa negli adulti vaccinati in tenera età per giustificare ogni reticenza al vaccino. Quest'ultima è una visione romantica della nostra pigrizia o di smemorati o di indifferenti al fatto che 'la vita può essere capita solo all'indietro, ma va vissuta in avanti' (cit. Kierkegaard). La diffidenza va collocata invece in un contesto inquinato da un capitalismo evoluto nella sua forma più opprimente e distruttiva, dove la salute viene salvata solo attraverso l'applicazione di brevetti protetti e non condivisi per il bene di tutti.

È in questo contesto che va analizzata la reazione di chi si batte contro l'applicazione del 'Green Pass', altrimenti si rischia di vedere le cose a metà a seconda della propria propensione al vaccino o meno, finendo nella inutile e noiosa diatriba tra Pro-Vax e No-Vax dentro cui le argomentazioni diventano sterili tra credenze contrarie che impediscono ogni disponibilità ad ascoltare le opinioni dell'altro. Nella reciproca sordità non è possibile raggiungere un punto di incontro dialettico nelle varie sfumature di pensiero intermedio di una via di mezzo. La sintesi non è più possibile se i fronti rimangono saldi nel proprio polo interpretativo che non ha nulla a che vedere con la verità. Di conseguenza, chi si batte per i diritti offesi da un Green Pass imposto per Decreto con cui la libertà diventa 'controllata' e obbliga tutti nolenti o meno alla vaccinazione, viene taciuto come No-Vax, benché molti siano di parere favorevole al vaccino.

Ora vi chiedo un piccolo sforzo per comprendere meglio. Superiamo l'idea di utopia, nel senso che la crediamo fattibile, raggiungibile, realizzabile. Immaginiamo per un attimo di vivere in una società sana, altruistica, solidale, interdipendente e protettiva, in cui gli esseri umani si prendono a cuore dei desideri dell'altro seguendo il precetto amorevole del "Ama il Prossimo come te Stesso". Non avremmo alcuna difficoltà a ritenere lodevole e altruistico il lavoro alacre di scienziati, medici, biologi e microbiologi, virologi, infettivologi dediti all'invenzione di un vaccino in pochi mesi, superando tutti i test che avrebbero richiesto anni per contrastare il temibile Sars-Covid19. Non importa se il virus sia il risultato di una manipolazione con inserimenti voluti di Hiv, sostenuto sin dall'inizio dal premio Nobel Montagnier (8), o se sia sfuggito per errore da un laboratorio e ammettiamo pure valido e utile il sostegno Usa nella ricerca sulla Sars nel laboratorio di Wuhan confermato da Fauci (9), un consigliere della Casa Bianca; in una società libera e responsabile, non avremmo neppure bisogno di un Green Pass perché ci fideremmo l'uno dell'altro.

In un passato pre-liberista, infatti, le intenzioni benevoli di una ricerca e di una scoperta come quelle di Edward Jenner e Sacco (vaiolo), di Behring (difterite e tetano), di Pasteur (antrace e rabbia) e di Salk (antipoliomielite) sono e resteranno riconosciute per sempre. Ma parliamo di altri tempi.




Foto: elaborazione digitale dell'autore

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